Belzoni e la “Memoria sopra due statue egizie”

Date:
6 Aprile 2020

Belzoni e la “Memoria sopra due statue egizie”

Memoria sopra due statue egizieLa Biblioteca Universitaria conserva, tra i suoi fondi antichi, due esemplari (Ba. 209/4 e Ba. 224/1) di un opuscolo intitolato Memoria sopra due statue egizie mandate in dono alla sua patria dal signor Giambattista Bolzoni cittadino padovano, edito nel 1819. Il saggio, stampato dalla Tipografia del Seminario senza indicazione di autore, era stato finora attribuito (G. Melzi, Dizionario di opere anonime e pseudonime di scrittori italiani, vol. II, Milano 1852) alla penna di un non meglio precisato «signor Paer, inglese». La bibliografia esistente sull’archeologo e viaggiatore Giambattista Belzoni aveva fatto finora riferimento al repertorio del Melzi o, in taluni casi, aveva preferito considerare il testo privo di paternità.

la dea Sekhmet   La Memoria non è di marginale importanza trattandosi di una testimonianza contemporanea all’ultimo soggiorno padovano del Belzoni (1819-1820), nei mesi in cui l’esploratore aveva voluto far dono alla sua città natale di una coppia di statue egiziane di granito nero raffiguranti la dea Sakhmet da lui ritrovate fra le rovine di Karnak.

   Gli indizi utili a identificare l’autore della Memoria sono pochi ma sufficientemente rivelatori. Si noti, innanzitutto, che tra le pagine del volumetto lo studioso definisce se stesso come un “inglese quasi padovano”. E, in secondo luogo, sono presenti ripetuti accenni al barone Pierre-François d’Harcanville, esperto di antichità classiche ed egizie che era morto a Padova nel 1805.

   Pertanto, ciò che è dato conoscere sulla biografia del personaggio francese consente di collegarlo alla meno nota figura di Wolstenholme Parr (1752-1845), bibliofilo, erudito e traduttore inglese che trascorse a Padova i primi decenni del secolo XIX entrando in amicizia con lo stesso barone d’Harcanville dal quale finì per ereditare, alla sua morte, alcuni manoscritti inediti.

   Alla luce di questi elementi non sembrerebbe esserci alcun dubbio che costui – Parr e non Paer – sia l’autore della Memoria belzoniana.

Paolo Maggiolo